mercoledì 30 ottobre 2013

I pranzi della domenica

Mele miali, arance vaniglia e patate americane...


L'arrivo a Bosa dal fiume Temo
Una meravigliosa gita in barca fatta quest'estate, da Alghero a Bosa e poi sul fiume Temo, mi ha riportato alla memoria una serie di ricordi. Ricordi di quand'ero molto piccola.
La famiglia, allora più ristretta, andava tutte le domeniche a Bosa a far visita alla nonna paterna Annetta. Era un lungo viaggio, che noia mortale quegli 80 kilometri in auto.

Contro il mal d'auto, viaggiavo sempre con un piccolo mazzetto di prezzemolo sotto la canottiera, insieme alla medaglietta del battesimo, effetto placebo ovviamente, ma se mamma lo dimenticava il viaggio poteva essere terribile. 

La casa di nonna, quella rosa con il grande terrazzo
Si arrivava, quasi all'ora di pranzo, nella grande piazza e nella grande casa di nonna Annetta, una casa su due piani con intere stanze dedicate alla dispensa.
In una di queste stanze, le persiane sempre chiuse in un'eterna penombra, il pavimento era coperto da sacchi di iuta sui quali riposavano montagne di mele miali e di patate rosse, quelle dolci, quelle americane. Mi ci sarei tuffata in quelle montagne, sopratutto quelle di mele - profumatissime, piccolette ed un po' bacate, sicuramente bio - ma era vietato.
In un altra stanza, più piccola, la dispensa vera e propria. Grandi armadi, con le ante formate da una retìna di metallo fitta fitta, così passava l'aria ma non gli insetti. Dentro c'era di tutto, dal formaggio ai sacchi di farina, zucchero, caffè... Su un bel bancone di legno c'era anche una vecchia bilancia, di quelle con i due piatti di ottone ed i pesetti di ferro nero, ed ordinati mucchietti di fogli di carta dei negozi, ripiegati con cura. La location ideale per giocare al negozio!
Il pranzo, preparato dalla tata Annamaria perché nonna Annetta non sapeva fare neanche un uovo fritto, era sempre uguale. Tagliatelle all'uovo condite con un sugo di pomodoro dolcissimo, cotolette fritte e patate fritte, rigorosamente patate americane dolci, evidentemente ne possedevamo intere piantagioni. 


Le vecchie concerie sul fiume Temo
In inverno c'erano le arance provenienti da Contra, l'aranceto di famiglia, una bellissima campagna sulla riva del fiume Temo.
Le arance erano di due tipi, quelle vaniglia, dolci ma assolutamente insipide oppure quelle comuni... asssspreeee!!
Dopo pranzo si gustavano le pastine delle signorine Massidda, che oggi si chiamerebbero cup cake, dolcetti di pan di Spagna in un piccolo pirottino di carta colorata abbinata al colore della glassa, rosa, bianco o marrone cioccolato.
Mentre in grandi accompagnavano le pastine con la Malvasia prodotta con le uve dell'altra campagna di famiglia, la vigna di Codinata, i miei giochi preferiti erano fare le trecce alle lunghissime frange delle tende oppure strimpellare, o meglio pestare sui tasti, del pianoforte scordato.
Se il tempo era buono, nel pomeriggio si faceva una passeggiata in campagna, poi si riprendeva l'auto per il rientro. Senza prezzemolo che tanto mi addormentavo.

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